Dott.ssa Chiara Cimbro
- Psicologa Psicoterapeuta
- Supervisore EMDR
- EMDR Europe Approved
Consultant
Trattamento di :
- Disturbi d'ansia
- Disturbi del tono dell'umore
- Disturbi Somatoformi
- Disturbi dell'alimentazione
- Terapia di coppia
- Rielaborazione di eventi
traumatici attraverso la
tecnica E.m.d.r.
Risoluzione minima consigliata 1024x768.
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Psicologa Psicoterapeuta
E.m.d.r.
Recapiti :
CHE COS’E’ L’E.M.D.R. ?
Storia
Il termine EMDR è l’acronimo di Eye Movement Desensitization and Reprocessing, che significa “movimenti
oculari di desensibilizzazione e riprocessamento”.
L’EMDR è stato strutturato come metodo terapeutico nel 1989 da Francine Shapiro negli Stati Uniti. Nel 1995 uscì
dal campo sperimentale per diventare un metodo strutturato e nel 1998 il Dipartimento di Psicologia Clinica
dell’American Psychological Association lo ha valutato come metodo “evidenced-based” (riconoscendone la
validità anche ai fini di rimborso mediante Assicurazioni Sanitarie Private). Ad oggi è considerato il primo metodo di
intervento per il trattamento del Disturbo Post Traumatico da Stress, nei contesti di emergenza pubblica (es.
Tsunami, Terremoto dell’Aquila e Terremoto in Emilia, naufragio della Costa Concordia) e nella cura del Trauma di
origine psicologica o medica.
La nascita dell’EMDR, così come la maggioranza delle scoperte della scienza, è scaturita da un’osservazione
casuale che la psicologa nord americana Francine Shapiro fece nel 1987:
“Un giorno, passeggiando in un parco, notai che alcuni pensieri inquietanti che avevo erano improvvisamente
spariti; notai inoltre che quando ritornavo con la mente a quei pensieri essi non erano più disturbanti e presenti
come prima. L’esperienza passata mi aveva insegnato che i pensieri disturbanti hanno un determinato “ciclo”;
tendono cioè a manifestarsi continuamente fino a quando coscientemente si fa qualcosa per fermarli o cambiarli.
Ciò che mi colpì quel giorno fu che i miei pensieri disturbanti stavano sparendo e modificandosi senza alcun sforzo
cosciente. (…) Notai che quando i pensieri disturbanti tornavano alla mente, i miei occhi cominciavano
spontaneamente a muoversi avanti e indietro in una linea diagonale. Di nuovo i pensieri scomparvero, e quando li
riportai alla mente la loro carica negativa si era notevolmente ridotta. A quel punto cominciai a eseguire i
movimenti oculari deliberatamente mentre mi concentravo su vari pensieri e ricordi disturbanti e mi accorsi che
anche questi pensieri sparivano e perdevano la loro carica emotiva. (…) Alcuni giorni dopo cominciai a provare
questo metodo con altre persone (…).”
La Shapiro scoprì così che alcuni tipi di stimolazione esterna possono aiutare molto efficacemente una persona a
superare un evento traumatico o emotivamente disturbante. Fra questi tipi di stimolazione i più usati sono i
movimenti oculari che vengono prodotti invitando il paziente a seguire il movimento delle dita del terapeuta.
Pensare ad un evento traumatico mentre contemporaneamente si eseguono i movimenti oculari genera l'effetto di
riprendere o accelerare l'elaborazione delle informazioni contenute nel cervello relative a quell’evento.
Nell'affrontare l’evento disturbante lo si considera nelle sue componenti comportamentali, cognitive, emozionali e
fisiche e lavorare in questo modo è estremamente utile perché alla base di molti problemi psicologici ci sono
esperienze negative o propriamente traumatiche.
L’EMDR non è un tipo di ipnosi. Sebbene l'EMDR possa produrre una reazione generalizzata di rilassamento che
contrasta le emozioni legate allo stress, il paziente non entra in trance ipnotica ed è anzi perfettamente lucido e
consapevole di tutto il processo.
Il Trauma a livello neurofisiologico
Eventi traumatici o stress importanti possono sbilanciare a livello cerebrale il funzionamento dell’elaborazione
adattiva dell’informazione, causando sintomatologie psichiche che compromettono la salute. Durante il vissuto di
un evento traumatico le risposte biochimiche da esso elicitate (adrenalina e cortisolo) bloccano il sistema innato
del cervello di elaborazione dell’informazione, lasciando isolate le informazioni collegate al trauma, intrappolate in
una rete neurale con le stesse emozioni, convinzioni e sensazioni fisiche che esistevano al momento dell’evento
(“sono passati anni ma è come se fosse successo ieri”). La patologia subentra quando questo sistema innato si
blocca e l’evento traumatico rimane isolato dal resto della rete neurale, non integrandosi al sistema innato che
normalmente spinge verso l’autoguarigione. La focalizzazione dell’EMDR è quindi sul ricordo dell’esperienza
traumatica che ha contribuito a sviluppare la patologia o il disagio che presenta il paziente, lavorando attraverso la
stimolazione bilaterale alternata (destra – sinistra) che realizza il terapeuta mentre il paziente si concentra sulle
componenti del ricordo dell’esperienza. Al termine di una seduta completa di EMDR il paziente è in grado di
pensare all’evento traumatico senza alcun disagio emotivo, facendo una valutazione positiva su di sé come
persona e senza alcun disturbo a livello corporeo. L’EMDR è un metodo terapeutico usato quindi per accedere,
elaborare e portare ad una risoluzione adattiva i ricordi di esperienze traumatiche che stanno alla base dei disturbi
psicologici attuali del paziente (ansia, fobie, disturbi del sonno, disturbi dell’alimentazione, sintomatologie
somatiche non riconducibili a cause mediche).
Il modello teorico alla base dell’EMDR: l’Elaborazione Accelerata dell’Informazione
Il modello teorico alla base dell’EMDR è quello dell’Elaborazione Accelerata dell’Informazione, sviluppato per
spiegare la rapidità con la quale vengono raggiunti i risultati clinici per mezzo dell’EMDR. Un principio essenziale
in grado di spiegare quanto accade durante l’applicazione dell’EMDR consiste nel considerare in tutte le persone
l’esistenza di un sistema innato configurato per elaborare le informazioni e ripristinare la salute mentale in modo
analogo a quello del resto del corpo, portato fisiologicamente a guarire in caso di ferite. Questo sistema prevede
che l’elaborazione dell’informazione vada verso una “risoluzione adattiva”, ovvero che avvengano collegamenti con
le associazioni adeguate e che l’esperienza, integrata in uno schema emotivo e cognitivo positivo, venga usata in
modo costruttivo da parte del paziente. Eventi traumatici o situazione molto stressanti possono tuttavia sbilanciare
il funzionamento di questo sistema e delle sue reti mnestiche. Una rete mnestica rappresenta un sistema associato
di informazioni, che possono essere immaginate come una serie di canali nei quali ricordi, pensieri, immagini,
emozioni e sensazioni fisiche sono immagazzinate e legate tra loro. Un evento traumatico, bloccando il sistema
innato del cervello di elaborazione dell’informazione, provoca il “congelamento” delle informazioni relative al
trauma, che rimangono intrappolate in una rete neurale con le stesse emozioni, convinzioni e sensazioni fisiche
presenti al momento dell’evento (“non riesco più a togliermelo dalla testa”, “continuo a rivedere le stesse scene di
allora”). La rete neurale, nella quale l’informazione è immagazzinata nella sua forma disturbante originale, è isolata
perché i suoi recettori biologici/chimici/elettrici non sono in grado di facilitare adeguatamente la trasmissione tra le
strutture neurali. Nessun nuovo apprendimento può aver luogo poiché le successive informazioni non riescono a
creare un legame associativo con essa (“tutti mi dicono cosa fare ma la situazione non cambia”, “nella mia testa è
tutto fermo a quel momento”). L’EMDR si basa sulla stimolazione bilaterale emisferica attraverso i movimenti
oculari, che innescano un meccanismo fisiologico che attiva il sistema di elaborazione dell’informazione. Ogni set
di movimenti oculari sposta l’informazione disturbante – ad una velocità accelerata – lungo i sentieri
neurofisiologici adeguati fino alla sua risoluzione adattiva, che avviene quando un’informazione disfunzionale o
disadattiva viene trasformata in una forma in cui non è più in grado di scatenare risposte disturbanti a livello
emotivo, somatico, cognitivo o comportamentale (“prima mi perseguitava come un incubo continuo, ora non mi fa
più male, non mi disturba più”, “è una cosa passata, ormai è roba vecchia”).
I movimenti oculari
La tecnica dell’EMDR si basa su una stimolazione bilaterale alternata destro/sinistro che deve attivare
contemporaneamente entrambi gli emisferi cerebrali, coinvolti nell’elaborazione di processi complementari ed
integrati tra loro. A livello neurofisiologico l’efficacia della stimolazione bilaterale viene ricondotta alle seguenti
motivazioni:
- risposta di orientamento: l’impiego di movimenti oculari riduce significativamente il livello di arousal, come
indicato dal breve tempo di latenza della risposta elettrodermica, elicitando la componente di ricerca del riflesso
d’orientamento, che rappresenta un’evoluta risposta di sicurezza a stimoli minacciosi;
- risposta di rilassamento: i movimenti oculari provocano una risposta condizionata di rilassamento indotta dalla
formazione reticolare e da meccanismi attivanti il sistema nervoso parasimpatico, inibendo il sistema nervoso
simpatico responsabile della risposta di paura “lotta e fuggi” (fight or flight) generata dal ricordo del trauma,
favorendo così la desensibilizzazione della risposta ansiosa. I movimenti oculari portano a ridurre così il ritmo
cardiaco e respiratorio e ad un aumento della temperatura corporea;
- distrazione: la distrazione dal trauma provocata dai movimenti oculari permetterebbe un decondizionamento a
causa dell’incapacità del paziente di concentrarsi in toto sull’immagine traumatica;
- cambiamenti sinaptici provocati dalle scariche neurali a seguito dei movimenti oculari, legati direttamente
all’elaborazione del ricordo;
- sonno REM: i movimenti oculari guidati stimolano lo stesso processo innescato nella fase di sonno REM (quando
avviene l’elaborazione e l’immagazzinamento nella memoria delle informazioni nuove con quelle già presenti);
- coinvolgimento biemisferico: l’analisi quantitativa dell’elettroencefalogramma (QEEG) di pazienti trattati con
l’EMDR ha mostrato una normalizzazione della sincronizzazione dell’attività delle onde cerebrali più lente nei due
emisferi corticali. I movimenti oculari, con la loro alternanza ritmica e ripetitiva, imitano l’attività di meccanismi
stimolatori all’interno della corteccia che sarebbero stati soppressi dal trauma, elicitando una risincronizzazione dei
due emisferi. I ricordi e gli stimoli disturbanti vengono desensibilizzati e le informazioni più adeguate e funzionali
vengono integrate in uno schema positivo, emotivo e cognitivo. La desensibilizzazione (riduzione del disturbo), gli
insight, i cambiamenti nelle risposte fisiche ed emotive sono la conseguenza della rielaborazione.
Il trattamento con EMDR si compone di diverse fasi.
-
Anamnesi e pianificazione della terapia
Questa fase comprende la raccolta di informazioni sulla storia del paziente per determinare l’adeguatezza
dell’applicazione dell’EMDR per realizzare un piano terapeutico. Assieme al cliente si identificano gli obiettivi
specifici sui quali si lavorerà.
-
Preparazione del paziente
Si spiegano il processo e gli effetti dell’EMDR e si insegnano alcune procedure di rilassamento.
-
Assessment
Si identificano i ricordi da utilizzare come target e tutte le componenti ad esso associate: immagini, cognizioni,
emozioni e sensazioni fisiche.
-
Desensibilizzazione
Il terapeuta ripete i set di movimenti oculari, o di forme alternative di stimolazione (tattile, uditiva), fino a che il
livello di disturbo del paziente si riduce a zero.
-
Installazione
Dopo aver eliminato il disturbo si procede ad installare la cognizione positiva adattiva che aumenti il senso di
autoefficacia e di autostima del paziente per superare il trauma.
-
Scansione corporea
Viene chiesto al paziente di focalizzarsi sul proprio corpo dall’alto in basso in modo da identificare qualunque
tensione residua che si manifesti sotto forma di sensazioni fisiche. L’elaborazione infatti non è completata fino a
quando non ci sia una scansione corporea libera da tutte le sensazioni negative associate.
-
Chiusura
Il paziente viene invitato a tenere un diario in cui annotare pensieri, situazioni, sogni e ricordi significativi che
possono insorgere tra una seduta e la successiva.
La tecnica dell’EMDR viene utilizzata in psicoterapia per il trattamento di diversi quadri diagnostici:
>
Disturbo post traumatico da stress (incidenti, abusi, lutti, esperienze traumatiche)
>
Disturbo da attacchi di panico
>
Disturbo d’ansia generalizzato (con e senza agorafobia)
>
Fobia sociale
>
Fobie specifiche
>
Disturbo del comportamento alimentare
>
Disturbi del sonno
>
Disturbi sessuali